CODICI CER A SPECCHIO
Dott. Ing. Ambientale Mozzillo Antonio
CODICI A SPECCHIO La normativa prevede che la classificazione dei rifiuti venga effettuata dal produttore, che attribuisce il corretto codice CER al rifiuto applicando le disposizioni contenute nella decisione 2000/532/CE, come di seguito descritto: • Se un rifiuto è classificato con codice CER pericoloso ‘assoluto’, esso è pericoloso senza alcuna ulteriore specificazione. Le proprietà di pericolo, definite da H1 ad H15, possedute dal rifiuto, devono essere determinate al fine di procedere alla sua gestione. • Se un rifiuto è classificato con codice CER non pericoloso ‘assoluto’, esso è non pericoloso senza ulteriore specificazione. • Se un rifiuto è classificato con codici CER speculari (CODICI A SPECCHIO), uno pericoloso ed uno non pericoloso, per stabilire se il rifiuto è pericoloso o non pericoloso debbono essere determinate le proprietà di pericolo che esso possiede. Le indagini da svolgere per determinare le proprietà di pericolo che un rifiuto possiede sono le seguenti: a) individuare i composti presenti nel rifiuto (attraverso: la scheda informativa del produttore; la conoscenza del processo chimico; il campionamento e l’analisi del rifiuto); c) stabilire se le concentrazioni dei composti contenuti comportino che il rifiuto presenti delle caratteristiche di pericolo Si precisa che la classificazione, in ogni caso, deve essere effettuata prima che il rifiuto venga allontanato dal luogo di produzione. Questa particolare ipotesi si applica in quelle che sono definite “voci a specchio”. In sostanza si tratta di categorie di rifiuti per i quali il processo di produzione o le loro intrinseche caratteristiche non consentivano di per se di poterli qualificare quali rifiuti pericolosi. La loro pericolosità dipende pertanto esclusivamente dalla concentrazione di sostanza pericolosa da accertarsi caso per caso. Pertanto per questa tipologia di rifiuti esistono due possibili tipi di codice CER, così detti speculari, uno senza asterisco e l'altro con asterisco, a seconda della concentrazione delle sostanze pericolose. Questa particolare tipologia di rifiuti presenta alcune problematiche, in ordine alla loro corretta classificazione. Come detto perché possano essere considerati rifiuti non pericolosi è necessario che le sostanze pericolose siano al disotto della soglia prevista. Trattandosi però di un'eccezione alla regola della classificazione del rifiuto in ragione della sua origine o composizione, chi si vuole avvalere dell'eccezione deve poterla dimostrare, cioè supportarla da apposite analisi dello stesso rifiuto, che ne certifichino la loro non pericolosità. Per cui si può affermare che il rifiuto è pericoloso, salvo che le analisi effettuate dal produttore non dimostrino la loro non pericolosità. (cfr. Cass. Pen sez. III n° 10937/2013) .